È di pochi giorni fa il mio intervento al #DigitalTalk di Uniexportmanager sull’importanza di effettuare una valutazione preliminare dell’azienda e del suo grado di maturità rispetto al processo di export attraverso un check-up. Qui di seguito vorrei proporne una sintesi.
Cos’è il check-up e cosa si intende per “check-up export”? Il check-up rappresenta una istantanea che fotografa lo stato di maturità dell’azienda rispetto al processo di internazionalizzazione e si pone come fase preliminare e necessaria alla pianificazione dello stesso. È, quindi, il punto di partenza per valutare “chi siamo” e, soprattutto, se siamo “pronti” ad affrontare un mercato internazionale. Il check-up, infatti, fornisce le indicazioni minime per definire una strategia di internazionalizzazione dell’impresa e identificare le fasi di attuazione del processo di export. È molto importante che la realizzazione del check-up avvenga ad opera di un consulente esperto, supportato da uno staff di specialisti, in quanto solo in questo caso può fornire all’imprenditore un punto di vista esterno, indipendente e oggettivo rispetto all’azienda, ai suoi prodotti ed alle potenzialità che può esprimere sul mercato.
Il check-up viene realizzato attraverso due strumenti:
- Una intervista in profondità ad uno o più manager dell’impresa;
- Un questionario a risposta multipla, suddiviso in più aree di analisi, come ad esempio: quali sono le motivazioni per l’internazionalizzazione; qual è il posizionamento sul mercato; quali sono le potenzialità del prodotto; su che quale organizzazione & risorse umane conta l’impresa.
A questi due strumenti, si aggiunge una analisi desk del materiale cartaceo e/o digitale disponibile sia relativo all’azienda e al prodotto/servizio oggetto del check-up, sia di quello delle aziende e dei prodotti/servizi concorrenti.
Il risultato del check-up e della valutazione congiunta delle risposte alle interviste e al questionario e della documentazione raccolta con l’analisi desk è un DOCUMENTO di sintesi, completo di allegati esplicativi, in cui vengono riportati:
a. uno Scoring ottenuto per ognuna delle aree di indagine e che rappresenta in valore (da 1= scarso a 10= eccellente) la sintesi della situazione dell’impresa rispetto a quell’area. Lo scoring deriva da una valutazione delle risposte fornite alle circa 50 domande: da 12 a 15 per area. Alcune domande di esempio sono:
- Quanti dipendenti in azienda parlano una seconda lingua straniera (tedesco, francese…)?
- L’ufficio tecnico è in grado di rispondere ad eventuali problematiche in lingua inglese
- L’azienda è disponibile a modificare il prodotto/servizio per soddisfare le esigenze del mercato
b. una SWOT Analysis: che mette in evidenza i punti di forza e i punti di debolezza dell’impresa rispetto al processo di export. È importante sottolineare questo focus sul processo di export perché normalmente la SWOT Analysis rileva il posizionamento dell’impresa rispetto ai suoi concorrenti.
c. le Indicazioni operative: si tratta di indicazioni delle attività generali e necessarie per superare i punti di debolezza dell’impresa prima di affrontare un processo di export e che andranno a definire un piano strategico di azioni – obiettivi – tempi – risorse necessarie.
Per rivedere il talk: https://www.youtube.com/watch?v=3KzhVLOVe_E&feature=youtu.be
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